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Come valuto le criptovalute speculative (AKA shitcoin)?

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Nel corso degli ultimi anni non si contano il numero di token che sono stati creati nelle diverse blockchain. Alcuni token supportavano (e supportano tuttora) progetti seri, mentre altri nacquero con il mero scopo speculativo e per la quasi totalità di questi, il prezzo ebbe un rapido declino non sempre preceduto da una rapida ascesa.

Le monete principalmente speculative, denominate anche shitcoin, hanno avuto il loro massimo splendore nella primavera del 2021, tuttavia la nascita di nuovi progetti di questo tipo non si è arrestata nel tempo. Come detto in precedenza non tutti i token speculativi falliscono in un breve periodo di tempo, una piccola percentuale riesce a sopravvivere.

In questo articolo illustrerò quali sono gli aspetti che reputo il più oggettivi possibili, per valutare i token il cui obiettivo principale è speculare sul prezzo (leggi anche l’articolo: 5 fattori da valutare prima di comprare una criptovaluta).

Premessa prima di leggere l’articolo: questi sono gli aspetti che prendo in considerazione per fare le mie personali valutazioni in merito alle shitcoin. Dato che sono valutazioni personali, non vanno considerate come delle regole auree per valutare se comprare delle criptovalute. Anzi, come scritto inizialmente, la maggior parte dei progetti speculativi fallisce. Perciò comprando o investendo in questi token, c’è un’altissima probabilità di perdere tutte le risorse impiegate.

Disclaimer: tutte le informazioni contenute in questo articolo rappresentano esclusivamente l’opinione personale dell’autore (non un consiglio o una consulenza finanziaria di alcun genere). Non devono essere utilizzate in un’attività finanziaria. Questo articolo non ha l’obiettivo di incoraggiare o consigliare l’investimento o trading o l’acquisto di criptovalute.

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Leggere il whitepaper

Generalmente ogni progetto sviluppato utilizzando la tecnologia blockchain pubblica nel proprio sito un whitepaper. Il whitepaper è documento in cui viene presentato il progetto: dagli obiettivi che vuole raggiungere, alla roadmap per raggiunge tali obiettivi.

Leggere il whitepaper
Immagine originale pubblicata su Bitcoinwiki

Però se un progetto è principalmente speculativo, il suo obiettivo è abbastanza banale: far salire il prezzo del token e far “guadagnare” chi detiene quel token. Perciò gli aspetti che leggo con maggiore attenzione sono i seguenti.

  1. Supply: quanti token ci saranno in circolazione?
  2. Tasse: sono previste delle “tasse” all’acquisto/vendita del token?
  3. Distribuzione della supply: quanti token vanno al team e quanti immessi nel mercato?
  4. Burn: ci sono dei meccanismi di burn?
  5. Rebase: il team potrà variare la supply a proprio piacimento?

Ho ben chiaro cosa cercare nel whitepaper e ora potrai capire perché questi 5 aspetti sono per me fondamentali.

Total Supply

Il primo valore che mi annoto quando cerco di valutare questi progetti è la total supply. Ovvero quanti sono i token in circolazione.

Questo valore, insieme alla capitalizzazione determina direttamente il prezzo del token. Nella maggior parte dei casi la supply delle cosiddette shitcoin è un numero che faccio fatica a definire a parole poiché è un numero composto da decine di zeri. Per esempio potrebbe essere un quadrilione, ovvero 10 alla quindicesima (1 seguito da 15 zeri).

Tasse

Non è raro imbattersi in progetti speculativi dove sono applicate delle “tasse” all’acquisto e/o alla vendita del token. Per questo motivo leggo se vengono applicate queste tasse, mi annoto la loro percentuale e mi calcolo di quanto dovrà salire il valore della moneta per non rimetterci.

Per esempio se viene applicata una tassa del 10% all’acquisto e alla vendita, non riceverò il 100% del controvalore quando scambio una criptovaluta per questo token, bensì il 90%. Dopodiché se venderò il token, non riceverò il 100% del controvalore, ma nuovamente il 90%.

Esempio pratico calcolo % di pareggio

Per capire quanto incidono le tasse vediamo un esempio pratico ipotizzando che il token si chiami monetaX e che il valore di 1 monetaX sia di 1 USDT.

Ipotizziamo di voler scambiare 100 USDT per ottenere 100 monetaX (dato che il valore di 1 monetaX è uguale a 1 USDT).

All’atto dello scambio di 100 USDT per ottenere 100 monetaX verrà applicata una tassa del 10%, perciò io scambierò 100 USDT, ma riceverò 90 monetaX. Infatti 10 di queste (10%) vengono inviate al “wallet delle tasse”.

Dopo aver effettuato lo scambio mi pento e decido di cambiare la monetaX per tornare ad avere USDT. Teoricamente scambierò 90 monetaX per ottenere 90 USDT (dato che il cambio è di 1 a 1).

Ma all’atto dello scambio di 90 monetaX per ottenere 90 USDT, verrà applicata nuovamente una tassa del 10%, perciò io scambierò 90 monetaX e riceverò 81 USDT, poiché il 10% di 90 (9 monetaX) vengono inviate al “wallet delle tasse”.

In questo esempio, da un capitale iniziale di 100 USDT mi ritrovo alla fine con 81 USDT, perché 19 USDT sono finiti in tasse.

Facendo questi calcoli, capisco che la monetaX (che è il token che voglio comprare), dovrà crescere almeno del 19% se non voglio rimetterci.

In sostanza faccio questo calcolo per trovare la percentuale di pareggio, ovvero di quanto dovrà crescere il prezzo della moneta per non rimetterci.

Suddivisione delle tasse

Generalmente nel whitepaper si trova l’indicazione su come vengono distribuite queste tasse. Questo mi aiuta a capire perché vengono applicate le tasse.

Esempio suddivisione tasse
Esempio suddivisione tasse

Nello screenshot qui sopra puoi vedere il whitepaper di uno di questi progetti. In questo caso vengono applicate tasse per il 15% all’acquisto e alla vendita del token. Le tasse vengono poi così distribuite:

  • 5% (~33% delle tasse) va dato al marketing
  • 5% (~33% delle tasse) viene convertito in BUSD che vengono redistribuiti a tutti gli holders della moneta (in percentuale a quanto detenuto)
  • 3% (20% delle tasse) per comprare i token e far aumentare il prezzo (forse una sorta di meccanismo di burn)
  • 2% (~13% delle tasse) al team di sviluppo

Ogni progetto è libero di redistribuire le tasse come meglio crede, questo dell’esempio ha deciso di redistribuirle in questo modo.

La mia regola: se la percentuale che va al team supera il 10/15% delle tasse applicate mi si accende un campanello d’allarme. Sembra che il progetto possa essere nato principalmente per far guadagnare il team (in questo caso il team si trattiene circa il 20% del totale delle tasse). Se poi il team detiene anche un’alta percentuale della supply, per me il progetto è altamente sospetto.

Distribuzione della Supply

Dopo essermi annotato la total supply, le tasse e avere calcolato la percentuale di pareggio per evitare di rimetterci, vado a vedere qual è la distribuzione di questa supply.

La distribuzione della supply non sempre viene menzionata e sostanzialmente mi indica come sono state allocate tutte le monete disponibili. Per esempio una percentuale viene allocata al team, un’altra percentuale al marketing, un’altra alla liquidità e così via.

Esempio distribuzione liquidità
Esempio distribuzione liquidità

Un campanello di allarme mi si accende quando il team ottiene una percentuale superiore al 10%. Perché sostanzialmente ottiene monete senza impiegare alcun capitale.

E se il team decide di monetizzare vendendole, il prezzo della moneta può crollare, facendo fallire il progetto.

Meccanismo di burn

Per provare a rendere sostenibile il progetto e far aumentare il valore alla moneta, possono essere adottati dei meccanismi di burn.

Per esempio una percentuale delle tasse potrebbe essere accantonata in un wallet di burn. Questo wallet non sarà più utilizzabile, perciò vi sarà un numero sempre crescente di monete bloccate. L’obiettivo è ridurre le monete circolanti. Con il tempo, questo meccanismo dovrebbe far aumentare il valore della moneta.

Il meccanismo di burn prevede di bloccare solo le monete che vengono accantonate dalle tasse, o che il team (o anche gli utenti) di propria spontanea volontà, decidono di bloccare in maniera permanente. Il burn non tocca la quantità di monete detenute dagli utenti.

Rebase

Trovo molto importante far attenzione alla presenza o meno, della funzione di rebase. Infatti tramite questa operazione il team può variare a proprio piacimento la supply totale, manipolando il prezzo e variando il numero di token che gli utenti possiedono, senza però variare il controvalore in dollari.

Esempio spiegazione rebasing nel whitepaper di un progetto
Esempio spiegazione rebasing nel whitepaper di un progetto

Se per esempio vi è una supply totale di 1 quadrilione e il team decide di ridurla del 10%, la nuova supply totale sarà di 900 trilioni.

In questo caso, tutti gli utenti si troveranno con un 10% di monete in meno nel proprio wallet (es: da 1.000 a 900), ma il controvalore in dollari rimarrà invariato.

Questa operazione non varia il controvalore posseduto per gli utenti, però varia il prezzo del token, perché come vedremo ora, il prezzo è determinato dal rapporto capitalizzazione/supply.

La mia regola: generalmente resto alla larga dai progetti che possono operare con il rebase. La funzione viene utilizzata per manipolare il prezzo (come apertamente dichiarato nello screenshot), far risultare il progetto tra i top-gainers su Coinmarketcap e Coingecko e attirare investitori poco attenti.

Come si determina il prezzo del token?

Sono molto attento ad annotarmi la total supply e a possibili manipolazioni del prezzo tramite il rebase, perché il prezzo di una moneta non è altro che il rapporto tra la capitalizzazione e la total supply.

Come valuto le criptovalute speculative (AKA shitcoin)?

Tuttavia questi progetti non sono così diffusi e si possono comprare solamente in alcuni exchange decentralizzati come Pancakeswap. Il prezzo dei token in questi DEX non è definito a caso, ma dal rapporto tra la liquidità disponibile e il numero di token impiegati.

Per esempio io posso generare un token e creare un pool di liquidità all’interno di Pancakeswap. Ipotizziamo che dopo aver generato il nuovo token, creo un pool di liquidità su Pancakeswap e metto un milione di monete con una liquidità di 100 mila dollari.

Il rapporto è di cento mila dollari (capitale) su un milione di monete (supply), perciò il prezzo del token su Pancakeswap sarà di 0,10$ per moneta (100.000$ / 1.000.000 monete).

A questo punto se sono bravo con il marketing e le persone decidono di scambiare dollari per ottenere le mie monete su Pancakeswap, il rapporto cambierà. Ipotizzando che il primo utente decida di scambiare 1.000$, otterrà circa 10.000 monete (il calcolo è semplificato per aiutarti a comprendere), il pool di liquidità sarà cambiato (101.000$ su 990.000 monete) e il nuovo prezzo sarà di 0,102$ per moneta.

Come varia il prezzo con il rebase

Operando con il rebase potrei far variare il prezzo della moneta senza toccare la liquidità.

Per esempio se riduco la supply del 50%, il pool di liquidità su Pancakeswap diventerà 101.000$ su 495.000 monete e il prezzo salirà a 0,204$ per moneta.

L’utente che aveva comprato 10.000 monete, si ritroverà con 5.000 monete nel wallet dopo il rebase e il loro controvalore in dollari resterà invariato.

Tuttavia sui grafici di Coinmarketcap e Coingecko, il mio progetto farà segnare un +100% nelle ultime 24 ore, ingannando gli utenti che non sono a conoscenza dell’operazione di rebase.

Si diventa milionari con le shitcoin?

A chi non piacerebbe diventare milionario senza far troppa fatica? Le monete speculative sembrano studiate appositamente per farci arricchire in breve tempo senza grossi sforzi, ma è realmente così?

Diventare milionari con le criptovalute

Partendo dal presupposto che i soldi non si generano dal nulla, bisogna avere la consapevolezza che se io guadagno un milione di dollari, un’altra persona sta perdendo un milione di dollari (o la somma persa da tante persone arriva ad essere di un milione di dollari).

Detto questo, la risposta alla domanda “si diventa milionari con le shitcoin” va ricercata nella liquidità.

Infatti se ho un controvalore di 100 mila dollari, ma la liquidità totale è di 20 mila dollari, non sarò in grado di incassare più di 20 mila dollari, proprio per l’assioma che i soldi non si generano dal nulla.

Come verificare la liquidità (per token nella BSC)

Per verificare la liquidità di un progetto basta copiare l’indirizzo del contract del token e incollarlo nel campo di ricerca del sito chiamato PooCoin (PooCoin.app).

Come valuto le criptovalute speculative (AKA shitcoin)?
Incolla indirizzo contract del token

Dopo aver incollato l’indirizzo del contract del token e aver cliccato sul nome della moneta, si aprirà una pagina dove si possono reperire delle informazioni molto utili.

  1. Total supply: il numero totale di monete (da confrontare con il valore presente nel whitepaper per capire se è stato fatto un rebase, questa era la moneta che aveva un quadrilione di token. Ora ne ha 9 miliardi)
  2. Market Cap: questo a mio avviso è il dato più fuorviante che possa esistere, qui sotto ti spiegherò il motivo
  3. Liquidità: in questa sezione vengono mostrati tutti i pool di liquidità. In questo caso la liquidità è di 27.264 dollari
Come valuto le criptovalute speculative (AKA shitcoin)?
Esempio liquidità moneta

Come puoi vedere nell’esempio qui sopra, la liquidità totale è di 27 mila dollari. Questo significa che uno o più utenti insieme non possono ritirare più di 27 mila dollari, perciò il sogno di diventare milionari rimane saldamente nel cassetto.

Sarebbe possibile ritirare più di 27 mila dollari se qualcuno aumentasse la liquidità. Quel qualcuno può essere:

  • il team che sviluppa il progetto
  • una persona qualsiasi che decide di impegnare la liquidità
  • aumenta il volume degli scambi (tanti utenti scambiano dollari per ottenere token)

L’aumento della liquidità non è impossibile, però come menzionato precedentemente, se io riesco a ritirare 1 milione di dollari, una o più persone insieme stanno perdendo tale cifra.

Perché il Market Cap di PooCoin è fuorviante?

Il market cap sarebbe la capitalizzazione di mercato di una moneta. Sostanzialmente sarebbe il valore totale di mercato dei token in circolazione.

Nella realtà dei fatti, su PooCoin viene mostrato il Fully Diluted Market Cap, ovvero una semplice moltiplicazione: la Total Supply moltiplicata per il Prezzo del token.

Per farti capire quanto è fuorviante questo dato, ti mostro la liquidità di un token che ho creato io:

  1. Il prezzo del token è di 0,00346627$ (rapporto liquidità/token)
  2. La total supply è di 23 milioni di token
  3. Il market cap (il valore di mercato dei token in circolazione) è di 79 mila dollari
  4. La liquidità è di 1 dollaro
Esempio Market Cap fuorviante
Esempio Market Cap fuorviante

Se guardiamo al Market Cap del mio progetto, il valore di mercato dei token in circolazione è di ben 79 mila dollari! Prima di farmi i complimenti, proviamo a ragionare.

La liquidità che ho messo è di “ben” 1 dollaro e calcolando il rapporto della liquidity pool, otteniamo che il prezzo per un singolo token è di 0,00346627$.

Se moltiplichiamo il prezzo di un singolo token per la total supply (23 milioni di token), otteniamo esattamente 79,724$. Si tratta di un calcolo che a mio avviso è troppo semplificativo per dare un’indicazione sulla reale genuinità di un progetto.

Secondo te, un progetto che ha 1 dollaro di liquidità può avere un valore di mercato di 79 mila dollari? Io non credo proprio ed è per questo motivo che il Market Cap su PooCoin è completamente fuorviante.

In conclusione

In questo articolo ti ho mostrato quali sono gli elementi che prendo in considerazione quando valuto un progetto altamente speculativo (criptovalute conosciute anche con il nome di shitcoin).

Impiegare dei soldi in progetti di questo tipo è altamente rischioso, anche perché vedendo la distribuzione dei token e la redistribuzione delle tasse, a guadagnarci molto spesso è principalmente il team che crea il progetto.

Il sogno di diventare milionari comprando questi token, si può scontrare con la realtà dei fatti, chiamata liquidità. Inoltre valutare alcuni indici può essere altamente fuorviante, anche se un buon operatore di marketing potrebbe illustrarti la loro magnificenza.

Inoltre cerco sempre di valutare attentamente cosa può fare il team, perché la funzione di rebase consente di manipolare i prezzi con il solo scopo di attirare l’attenzione di persone poco esperte e ad essere sincero, preferisco non essere una di quelle.

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